Crescita sostenibile, non c'è rivoluzione senza eco-efficacia

Professor Angelo Russo, prorettore alla Ricerca e alla Sostenibilità e coordinatore del PhD in Economics and Management of Sustainability and Innovation dell’Università Lum

Crescita sostenibile, non c'è rivoluzione senza eco-efficacia

La sostenibilità ambientale oggi è legata alla dicotomia tra eco-efficienza ed eco-efficacia, due concetti che sono le facce della stessa medaglia e devono essere ben bilanciati per innescare processi circolari autentici.

Voler chiudere a tutti i costi un processo circolare senza fare attenzione al risultato finale e alle conseguenze indirette generate può risultare potenzialmente insostenibile per l'ambiente o per il contesto socio-economico locale. Il fatto che sia eco-efficiente consente a un progetto di essere qualificato come “circolare”, ma c’è il rischio che non sia eco-efficace, ovvero che rimanga lontano da quelli che sono intesi come i pilastri della sostenibilità.

ECO EFFICACIA ED ECO EFFICIENZA

Per capire questi passaggi è necessario fare un passo indietro e fissare la differenza tra eco-efficienza ed eco-efficacia. La prima valuta l’accuratezza e la completezza degli obiettivi raggiunti in relazione alle risorse spese: identifica in altri termini la capacità di minimizzare il costo ambientale di un processo. Ma le finalità, per quanto ammirevoli, possono essere limitate. Invece l’eco-efficacia valuta la capacità di un qualsiasi processo di ottenere il pieno raggiungimento degli obiettivi e risultati prefissati, controllando che i propri impatti non compromettano in modo irreversibile le caratteristiche originali e le dinamiche degli ecosistemi coinvolti, durante l’intero ciclo di vita.

Ad esempio, puntare solo sull'efficienza energetica e dei materiali nei processi produttivi potrebbe portare a risultati indesiderati. Si pensi ad un edificio ad alta efficienza energetica senza finestre nel quale la qualità dell’aria interna, regolata comunque da un sistema di condizionamento ad alte prestazioni, si è dimostrata molto bassa. E ancora, la produzione di giacche in pile da bottiglie di PET riciclato è sicuramente lodevole, ma non si tiene conto che questo tessuto quando viene lavato in lavatrice rilascia microfibre che inquinano di più delle bottiglie stesse dalle quali è ricavato.

Il punto è che oggi azioni eco-efficienti possono portare a risultati non sufficienti sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale. Di contro un approccio eco-efficace può ridurre la marginalità e sostenibilità economica delle imprese stesse. Secondo il professor Angelo Russo, prorettore alla Ricerca e alla Sostenibilità e coordinatore del PhD in Economics and Management of Sustainability and Innovation dell’Università Lum, «sono ancora necessari enormi sforzi sia dal punto di vista manageriale che accademico» per arrivare a un «rapporto positivo tra riduzione dell'inquinamento e incremento della produttività aziendale».

Il professore, autore insieme a Stefano Pogutz e Nicola Misani dell’Università Bocconi dello studio “Paving the road toward eco-effectiveness: Exploring the link between greenhouse gas emissions and firm performance” pubblicato su Business Strategy and the Environment, definisce l'eco-efficienza come «una condizione necessaria ma non sufficiente per raggiungere la sostenibilità ambientale, poiché il rapporto positivo tra riduzione dell'inquinamento e crescita aziendale non implica che quando quest'ultimo aumenta, si riduce la produzione dell'inquinamento complessivo».

CRSCITA E INQUINAMENTO

Diversamente, l’eco-efficacia è definita come “una riduzione assoluta” dell’inquinamento, e il professore si ricollega al concetto di “disaccoppiamento” (o decoupling). «Tecnicamente, disaccoppiamento significa rompere la dicotomia tra pressioni da parte della società (si pensi alle pressioni sociali a favore della sostenibilità ambientale, ndr) e crescita economica, come definito dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. In una situazione in cui si verifica solo il disaccoppiamento ‘relativo’ e non il disaccoppiamento ‘assoluto’, l'esaurimento delle risorse aumenta e il danno all'ecosistema continua».

Lo studio del professor Russo si concentra proprio sull’introduzione dell'eco-efficacia nella strategia d’impresa. I ricercatori hanno ipotizzato che «nonostante le politiche di prevenzione dell'inquinamento, le aziende che raggiungono performance di mercato crescenti generino livelli di emissioni più elevati», ha spiegato Russo. «In termini generali, sosteniamo che l'inquinamento sia principalmente guidato dalla crescita del mercato – prosegue il professore dell’Università Lum - In altre parole, nonostante il fatto che la nostra indagine confermi il ‘business case’ dell'inverdimento aziendale, ovvero che fare del bene per l'ambiente fa bene anche all'impresa, risulta che l’incidenza sull’ambiente dell'impresa dipende fortemente dal suo orientamento strategico verso la crescita di quote di mercato, vendite e risultati».

«Vuol dire che, nonostante un orientamento all'eco-efficienza, le aziende in grado di migliorare le proprie performance di mercato non sono necessariamente in grado di ‘essere green’ nel lungo periodo: lo saranno solo puntando gli investimenti verso l'obiettivo dell'eco-efficacia”, conclude Angelo Russo.

 

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